Ciao Bruno

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LUGLIO 2005: SCOMPARE IMPROVVISAMENTE IL PRESIDENTE BRUNO DONINI

martedì scorso sei venuto alla festa del coro, ed hai voluto, come nelle più belle occasioni trascorse insieme, fare il tuo discorso: Ti sei preparato, hai fatto anche finta di averlo scritto e poi ci hai detto con quel tuo sorriso sornione: “Non ho parole”!

Anche noi oggi siamo a corto di parole!

Tu non eri l’uomo delle parole!

Sei l’uomo dei fatti, precisi, concreti, logici, coerenti, diritti, portati al fine.

Le parole ti davano fastidio. Quelle giuste al posto giusto, immaginiamo quelle sbagliate.

Ti prego, scusaci se parliamo. Forse parlare ci fa bene, ci scarica, ci aiuta.

Nell’ultimo concerto non hai cantato. Per la prima volta hai voluto stare fra il pubblico. “Volevo guardarvi e sentirvi da lontano”, hai detto. Era un presagio?

Molti di noi ti hanno salutato sabato… sei venuto a darci l’addio… eri contento, stavi partendo, in barca a vela, sul mare il tuo hobby preferito.

Sei partito, definitivamente però!

Sei stato un amico, sempre disponibile, attento, preciso, coerente, un amico, un fratello in tante circostanze della vita.

Grazie!

Canteremo ancora con te!

Canteremo per te!

Impareremo ad apprezzarci fra di noi per quello che siamo. Dobbiamo farlo tutti, ora, per non rammaricarci un giorno di non averlo atto abbastanza, di non aver approfittato delle persone che abbiamo avuto accanto!

Ti dedichiamo questa riflessione che ti attaglia benissimo perché anche tu, che ami il mare, sei partito su un veliero, che prende il largo, non verso Malta, ma verso l’oceano, l’oceano dell’eternità.

E dopo, ti dedicheremo una quelle nenie marinare che cantavi con tanta passione!

“Sono partito. Sono partito su un veliero che sulla brezza del mattino parte verso l’Oceano.

Qualcuno al mio fianco dice. “Sei partito, per dove?

Sono partito dal tuo sguardo. Tutto qui.

E proprio nel momento in cui tu accanto a me dici “sei partito”, altri mi vedono spuntare all’orizzonte e venire verso di loro, e con una sola voce esclamano con gioia: “Eccolo”.

Questa è la morte.

La morte non esiste. Sono soltanto passato nella stanza accanto. Io sono sempre io. Voi siete sempre voi.

Ciò che eravamo gli uni per gli altri lo siamo sempre.

Datemi il nome che mi avete sempre dato. Parlatemi come avete sempre fatto. Non usate un tono diverso, non prendete un’aria solenne e triste. Continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme. Pregate, sorridete. Pensate a me. Pregate per me. Continuate a cantare con me. Il mio nome sia pronunciato come sempre, senza alcuna enfasi, senza traccia d’ombra.

La vita significa quello che ha sempre significato. E’ quella che è stata sempre. Il filo non è tagliato.

Perché dovrei esser fuori dal vostro pensiero, semplicemente perché sono fuori dalla vostra vista?

Io vi aspetto. Non sono lontano, sono dall’altro lato della strada. Non preoccupatevi. Per me tutto va bene.

 

Pubblicato in: Notizie

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